26 Apr 2016
S.Oggetti

Un mondo a sé, racchiuso tra piazza Gramsci e piazzale Baiamonti: la Chinatown di Milano, a due passi dal Parco Sempione, tre da Brera e quattro da Isola e Porta Nuova, è sempre più anche un quartiere vintage, che vive nella bellezza dei suoi contrasti una nuova rinascita. Il quartiere, che di S.Oggetti è casa e cuore, si snoda come le spire di un dragone lungo le sue arterie principali (Paolo Sarpi, Canonica e Procaccini), mentre dai loro lati è tutto un intersecarsi di viuzze e stradine più o meno trafficate che riservano scorci e luoghi dal sapore d’antan miracolosamente scampati al trend 2.0. Facile perdersi, come trovarsi a sorpresa in una bottega d’altri tempi incorniciata sullo sfondo dallo skyscraper di Gaia Aulenti che fa capolino fra case di ringhiera e fila di lanterne rosse dei ristoranti cinesi del nostro quartiere.
Oggi è qui che si da appuntamento chi cerca botteghe storiche dove scovare quel pezzo vintage con cui magari arredare il salotto di casa,  ma anche i ragazzi milanesi, le famiglie che gravitano tra Arena e Parco Sempione per le attività sportive dei loro figli, runners e stranieri attirati dalla Triennale con la sua grande esposizione Design Century Design, inaugurata il 2 aprile e aperta sino a settembre. Insomma un tour dalle parti di S.Oggetti e dintorni merita proprio in questo periodo.
Per guidarvi fra vapori di noodles e profumi di ciliegi in fiore abbiamo pensato a una piccola guida s.oggettiva dei negozi vintage style, che hanno il pregio e l’unicità di preservare il meglio del passato che abbiamo alle spalle.

Iniziamo il nostro vintage tour stuzzicando il palato partendo da Aromando Bistrot, il locale aperto da Cristina Aromando e Savio Bina in via Pietro Moscati (angolo via Canonica) dove sembra di tornare indietro nel tempo: l’armadio dei piatti è la copia di quello delle casa dei nonni, le sedie sono come quelle dello zio bis bis, le abat-jour riportano alla mente un caleidoscopio di immagini d’altri tempi. Non vi è nulla che non arrivi da una caldo passato prossimo. E anche nei piatti proposti giocano un ruolo importante le radici di chi è ai fornelli. Un menu su tutti con dolce in chiusura?  Gnocchi di patate, vongole, salicornia e pomodorino, e crostatina integrale limone e pistacchi.

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Aromando, vista cucina

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Proseguendo verso via Paolo Sarpi si possono far due passi per un buon calice di vino fino alle Cantine Isola, un’istituzione del nostro quartiere. Attive con la stessa gestione da vent’anni (ma il locale fu fondato più di un secolo fa), sono uno di quei punti di ritrovo che non invecchiano mai. Perlomeno tra gli appassionati di vino. Con l’introduzione in via Paolo Sarpi dell’ isola pedonale, si riesce anche a sfruttare il dehor esterno, fantastico soprattutto d’estate.

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Cantine Isola, un secolo di storia

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Il brunch più gettonato si gusta da Otto che si trova proprio all’inizio di via Paolo Sarpi, arrivando da piazzale Baiamonti. Ci si ritrova per il pranzo della domenica, per il co-working e per l’aperitivo. Uno spazio luminoso e aperto, grossi tavoloni di legno chiaro, sedie colorate, ragazzi seduti ai tavoli con la tazza di caffè fumante in mano e il computer acceso davanti, piante e rampicanti ovunque e musica jazz di sottofondo. La domenica vengono sfornati i quadrotti, fette di pane quadrato condite con salmone, aneto, caprino, erba cipollina e avocado. E oltre alle delizie del palato c’è il piacere di stare in un ambiente che invita a rilassarsi e a stare insieme.

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Otto, il brunch d’altri tempi

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Sarpi è innegabilmente anche Cina. E in tema orientale segnaliamo la Ravioleria Sarpi. Non è un locale, ma una cucina di tre metri per tre aperta sulla strada, dove comprare ravioli freschi da cucinare a casa, oppure già cotti da mangiare in puro stile oriental-street food. La pasta è fresca, fatta all’istante, ci sono due ripieni (veg e di carne), vengono cotti al momento e sono ottimi. La vera novità sono le materia prime: la carne viene dalla storica macelleria di fianco alla ravioleria, quando il ripieno è di pollo c’è la garanzia che siano animali allevati liberi, le farine sono da agricoltura biodinamica. Tutto gourmet a parte il prezzo, che resta popolare e senza gonfiature: 4 ravioli a 2,50 euro.

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La Ravioleria Sarpi, evoluzione cinese

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Da Sarpi a via Lomazzo, sono pochi passi a piedi. Un’arteria del nostro quartiere dove come una gemma incastonata nella via si fa notare Granievaghiun laboratorio di artigianato artistico, nato da un’idea di Silvia Corti negli Anni 90. Dalla sua colorata bottega, escono bijoux reinventati, veri e propri gioielli creati con perle di vetro forato, terracotta, legno, cordami. Materiali poveri e insoliti, resi nobili da una lunga storia e dall’amore con cui vengono trattati. Lo stile Granievaghi è infatti un incontro di semplicità, spontaneità e naturalezza. Tanto che Granievaghi è divenuto punto di incontro fra generazioni, luogo di scambio fra le confusioni allegre e i linguaggi del cuore.

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Granievaghi, gioielli e creazioni handmade

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In tema di artigianalità da segnalare è anche Do Knit! un negozio singolare: non solo shop di filati ma luogo di incontro e scambio anche artistico. Si possono comprare lane e cotone pregiati, ferri e uncinetti ma anche iscriversi ai corsi di maglia per principianti assoluti che desiderano apprendere i rudimenti della maglia, intermedi/avanzati che approfondiscono tecniche e punti per migliorare le abiilità, e ai workshop su singoli progetti. Insomma comprare filati e sferruzzare in un’atmosfera rilassante qui vien da sé.

 

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Do Knit!, l’arte della maglia tessuta e tramandata

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Riconvertito da colorificio a bar vintage, un luogo che ci piace molto nella sua semplicità è il Colorificio di via Cesariano (angolo via Canonica) che messe via vernici, pennelli e scalpelli, da bravo bricoleur, si è del tutto reinventato trasformandosi in un locale che fa dei suoi tavoli in formica e delle sedie tutte diverse e tutte vintage e dei cassetti e delle ante degli armadi con specchi molati appesi alle pareti la sua forza. Si può pranzare sano e bene, fare colazioni di lavoro con caffè e tè e spremute o regalarsi un calice in compagnia (sempre proposto con taglieri di formaggi, salumi e verdure) senza preoccuparsi se si hanno bambini perché i giardinetti con i giochi, proprio di fronte, sono un luogo nel luogo che vi permette di chiudere in bellezza e distensione la giornata.

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Il Colorificio, calici colorati e cassetti in aria

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Il caffè buono, artigianale e con un gusto davvero d’altri tempi è quello della Torrefazione Hodeidah di via Pier della Francesca, una bottega che racconta una storia fatta di tradizione e passione. Fondata sul finire degli Anni 40, la torrefazione ha conservato, inalterata nel tempo, l’attività di tostatura del caffè. Attività artigianale oggi praticamente scomparsa che caratterizza con un rito d’altri tempi la vita della bottega, e che offre ottime miscele di caffè e qualità di arabica da degustare al banco o da regalarsi e regalare. Fiore all’occhiello di Hodeidah è “Il giardino del The” con oltre cento varietà proposte con una selezione di biscotti, marmellate e caramelle, ça va sans dire, dal gusto antico.

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Torrefazione Hodeaidah, tostatura artigiane e caffè al banco

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Barba e capelli nel quartiere con quel rito di una volta che ancora ci si concede nonostante la vita sempre più “mordi e fuggi” sono da fare dai due simpatici barbieri de
Il Taglio del Barbiere. Tutto, dall’atmosfera all’arredo fino alla dedizione nel taglio e nell’ascolto dei desideri di acconciatura del cliente (bambino o adulto che sia), riporta indietro nel tempo, come una catapulta nella favola del Pinocchio di Carlo Collodi.

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Il taglio del barbiere, el barbè del quartiere

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